Lesione del Legamento Crociato Anteriore

Dal trauma alla guarigione

Ti sei lesionato il Legamento crociato Anteriore?

La Fisioterapia Fornasaro ti segue dal trauma al rientro in campo
con programmi individualizzati e personalizzati.

Quali sono le cause della lesione al Legamento Crociato Anteriore?

La rottura del LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE (LCA) rappresenta una delle lesioni più frequenti nella pratica sportiva.

Sport come lo Sci, il Calcio, il Rugby, la Pallavolo e il Basket hanno in comune dei gesti di tipo torsionale e di iperestensione che, se non controllati, possono provocare quell’abnorme tensione sufficiente a lesionare il Legamento.

Icone sport

I sintomi

Quando avviene il trauma distorsivo al ginocchio non sempre si è in grado di descrivere la dinamica precisa dell’incidente: nella maggior parte delle volte può accadere di sentire un “crack” o di percepire una sensazione di “uscita” e “rientrata” del ginocchio.

Nell’immediato post trauma il ginocchio risulta spesso doloroso e tende a gonfiarsi.

Dolore al ginocchio

Alcune volte, però, si è capaci anche di rialzarsi e camminare; in rari casi di continuare a sciare o giocare, per poi, nella maggior parte delle volte, avere un ulteriore cedimento e ricadere o avvertire un senso di instabilità e insicurezza.

Diagnosi

La Diagnosi della Lesione del LCA viene eseguita dallo specialista del Ginocchio.

In molti casi in fase acuta, cioè appena avvenuto il trauma, è difficile se non impossibile da farsi in quanto il ginocchio può presentarsi gonfio, rigido e dolente. Conseguentemente le manovre dei Test di Stabilità non sono così sensibili.

Test Lachman ginocchio

In questi casi è consigliato effettuare alcune sedute di Fisioterapia per recuperare l’articolarità, diminuire il gonfiore e l’eventuale dolore in modo da poter poi eseguire con maggior facilità e correttezza i principali Test di Stabilità del ginocchio.

Esami Strumentali

Gli esami strumentali rappresentano per lo specialista un valido aiuto nel diagnosticare la lesione del Legamento Crociato Anteriore e soprattutto per verificare se vi sono altre lesioni associate, legamentose, meniscali o cartilaginee.

Raggi X al ginocchio

L’Esame Radiografico è utile in acuto (nelle primissime ore post-trauma) per accertare la presenza o meno di eventuali fratture.

Inoltre nel trauma potrebbero verificarsi delle avulsioni, cioè dei distacchi sia a livello della spina intercondiloidea o la cosiddetta frattura o segno di Segond, che è patognomonica di una lesione del Legamento Crociato Anteriore.

 

La Risonanza Magnetica (RMN) viene consigliata dopo alcuni giorni/settimane: la presenza di un versamento articolare può alterare la visione dell’immagini condizionandone negativamente la lettura.

È anche per questo motivo che è consigliata una precoce Fisioterapia dopo il trauma subito, sgonfiare il ginocchio infatti consente di recuperare precocemente il movimento e permette una risonanza magnetica leggibile.

Risonanza Magnetica Nucleare al ginocchio

Trattamento Chirurgico VS Trattamento Conservativo

Fino a qualche anno fa una lesione del Legamento Crociato Anteriore veniva quasi sempre trattata con l’Intervento Chirurgico di Ricostruzione.

Ad oggi la scelta chirurgica è quasi inevitabile dove l’attività sportiva è particolarmente impegnativa per il ginocchio e sono richiesti movimenti di tipo torsionale o cambi di direzione.

Trattamento
Chirurgico

Operazione Chirurgica Ginocchio

La ricostruzione del LCA e il ripristino della completa stabilità articolare è essenziale al fine del recupero sportivo.

È un intervento programmato ed è da eseguire preferibilmente dopo qualche settimana dal trauma, quando con la Fisioterapia è stata recuperata l’articolarità, la corretta deambulazione, eliminato il gonfiore e si ha ripreso una funzione muscolare buona.

Trattamento Conservativo di Fisioterapia

È consigliato quando non vi è una richiesta funzionale sportiva o lavorativa particolarmente importante.

Un percorso riabilitativo con aumento delle capacità propriocettive insieme ad una buona muscolatura stabilizzante possono rappresentare pertanto la soluzione al problema.

Grazie alla Fisioterapia le attività sportive quali la bicicletta e la corsa non presentano particolare pericolosità.

Trattamento Riabilitativo pre-operatorio

L’esperienza clinica studi sperimentali hanno dimostrato l’importanza della Fisioterapia pre operatoria in quanto prepara l’articolazione e tutto il sistema all’intervento, accelerando i tempi di recupero e minimizzando l’insorgenza di complicanze nel post-operatorio.

Nei nostri Centri la durata del percorso pre-operatorio dipende da alcuni fattori:

SE VI È GIÀ STATO UN PERCORSO DI RIABILITAZIONE POST-TRAUMA

QUANTO VICINI SIAMO AL TRAUMA CHE HA PROVOCATO LA LESIONE

PRESENZA DI DEFICIT ARTICOLARI DOVUTI TALVOLTA DA INGIUSTIFICATE
IMMOBILIZZAZIONI O GESSI

DEFICIT DI RECLUTAMENTO E/O TROFISMO MUSCOLARE

TEMPI DI ATTESA O PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTO

Nei Centri #FORNA nella seduta pre-operatoria e al primo incontro post chirurgico vengono spiegati meticolosamente i primi esercizi e tutte le modalità del percorso riabilitativo che è diviso in FASI DI TRATTAMENTO RIABILITATIVO.

Trattamento Riabilitativo Post-Operatorio

I primi esercizi riabilitativi si incominciano immediatamente già dopo il ritorno in reparto dalla sala operatoria.

Per combattere gonfiore e rigidità si attuano fin da subito delle mobilizzazioni al ginocchio.

Questi primi movimenti associati ai movimenti della caviglia e alle contrazioni muscolari rappresentano la base per raggiungere i primi prerequisiti per il recupero della corretta deambulazione.

Esistono molti protocolli riabilitativi, spesso consegnati al paziente al momento delle dimissioni dall’ospedale nel post intervento come se fossero delle “ricette di cucina”: non rappresentano una Fisioterapia mirata, difficilmente ad ogni paziente servono le stesso cose!

Ogni fattore individuale va considerato nella programmazione e nella creazione del programma, che deve essere individualizzato e personalizzato. Nelle sedute pre-operatorie o nella prima seduta-valutativa post intervento chirurgico viene condiviso il programma.

La Fisioterapia Fornasaro ti segue dall’intervento al rientro in campo con programmi individualizzati e personalizzati.

I Percorsi Riabilitativi della Fisioterapia Fornasaro per la Riabilitazione del Legamento Crociato Anteriore sono dettati dall’esperienza clinica e dalle più recenti evidenze scientifiche e hanno come obiettivo quello di accompagnare l’utente dal recupero ottimale delle funzioni e dei movimenti corretti fino al rientro in campo.

UN LAVORO DI SQUADRA!

F.A.Q. - Domande Frequenti

La risonanza magnetica è sicuramente un esame utile e di sostegno ma non va fatta prima di un accurato esame clinico dello specialista. È inoltre sconsigliato farla nell’immediata fase acuta, in quanto l’immagine risultante, a causa della flogosi e del versamento, potrebbe essere disturbata e difficilmente valutabile da parte del radiologo, dando quindi una risposta incompleta o peggio non affidabile.

È una delle domande a cui è più difficile dare una risposta; la scelta è strettamente individuale, dipendente da diversi fattori, quali: l’età, le motivazioni, il desiderio di praticare o meno attività sportiva, il tipo di attività sportiva, la tipologia lavorativa ecc..

L’individualità non può quindi permettere una risposta universale: il vostro specialista saprà consigliarvi al meglio.

Nel caso di lesione isolata del legamento crociato anteriore, e quindi esclusi casi in cui non ci sono blocchi articolari meccanici, non è necessario intervenire immediatamente con l’intervento chirurgico.

Spesso, infatti, quest’ultimo viene posticipato di almeno di 1-2 mesi in modo da garantire al paziente il recupero completo dell’articolarità in flessione ma soprattutto in estensione, l’esecuzione di una corretta deambulazione, un adeguato recupero e controllo muscolare: tutti questi presupposti diminuiscono sensibilmente il rischio di complicanze post operatorie e rendono più semplice il post-intervento.

Se non vi sono particolari esigenze sportive o lavorative l’intervento chirurgico può essere eseguito anche diversi mesi dopo (in linea teorica anche dopo alcuni anni).

La durata dell’intervento è di circa un’ora, ma sono molteplici le variabili da considerare, quali, ad esempio, la tecnica utilizzata del chirurgo, eventuali lesioni associate.

In generale, invece, il tempo medio di degenza in ospedale è di 1-2 giorni.

La rimozione dei punti di sutura avviene verso i 12-15gg per i punti classici, 30gg per quelli estetici.

Dipende dal tipo di intervento e dal tipo di prelievo effettuato per il trapianto: per l’intervento con il tendine rotuleo l’incisione è verticale di circa 5-7 cm, mentre con il tendine del gracile-semitendinoso l’incisione è sulla parte interna del ginocchio a livello della tibia di circa 3-5 cm.

Molto spesso nel post-intervento può residuare una piccola area cutanea (qualche centimetro) di an- o ipo-estesia (perdita o diminuzione della sensibilità) nelle vicinanze della cicatrice, soprattutto nei casi di intervento con il tendine rotuleo. Solitamente migliora con il tempo e non crea nessun problema funzionale.

È assolutamente necessario per i primi sei mesi post-operatori non esporre la zona di espianto e le cicatrici dell’artroscopia al sole, al fine di evitare la formazione di cicatrici cheloidi. È quindi importante coprirla con creme solari a protezione totale o, meglio ancora, con dei cerotti coprenti.

Mediamente si riprende a guidare dopo il primo mese post operatorio. È ovviamente importante avere un perfetto controllo del ginocchio e di tutto l’arto inferiore, non utilizzare più le stampelle e la ginocchiera (ove prescritta). Inoltre, è da fare molta attenzione nei movimenti di entrata e di uscita dall’automobile in quanto, richiedendo delle torsioni del ginocchio, potrebbero essere lesivi all’impianto nei primi mesi. Nonostante ciò è sconsigliato, per i primi tre mesi, guidare per lunghi periodi (2-3 ore continuativamente).

Per quanto riguarda lo scooter e la bicicletta tecnicamente sarebbe possibile utilizzarle dopo circa 1-2 mesi, ma è sconsigliabile l’uso prima dei 4-5 mesi a causa del rischio maggiore di cadute.

Il ritorno al lavoro dipende molto dalla tipologia del lavoro stesso, dal decorso post-operatorio e da come evolve il programma riabilitativo.

Mediamente è consigliabile tornare al lavoro non prima di 2-3 mesi; può essere ripreso dopo il primo mese un lavoro sedentario, possibilmente part-time, ma intervallato da qualche minuto di camminata o di movimenti del ginocchio.

Sottolineiamo che alcune attività lavorative, per l’impegno fisico, possono essere paragonate ad un’attività sportiva, la ripresa è quindi da considerarsi del tutto simile (4-5 mesi).

Il ritorno all’attività sportiva deve innanzitutto rispettare i tempi di maturazione biologica dell’impianto; numerosi studi scientifici hanno dimostrato che è ragionevole ritornare all’attività sportiva intorno ai 5-7 mesi.

Intorno al 5° mese, previa autorizzazione del chirurgo, si possono iniziare gli allenamenti specifici per lo sport praticato (rigorosamente senza avversari né contatti fisici). La ripresa completa dell’attività sportiva non deve però essere un fattore esclusivamente di “calendario”, ma sono indispensabili dei requisiti specifici che permettano al chirurgo di concedere il via all’atleta: buon rinforzo muscolare, ottimo controllo propriocettivo, corretta gestualità di base e specifica, adeguata condizione fisica generale, corretto approccio psicologico, il tutto dipendente anche dalla tipologia dello sport praticato e talvolta anche dalle motivazioni dell’atleta stesso.

  • Improvviso dolore con gonfiore pulsante e senso di tensione
  • Comparsa di febbre elevata (oltre i 38°)
  • Gonfiore del piede e caviglia con perdita di sensibilità
  • Forte dolore al polpaccio, anche al tatto, con rossore e calore cutaneo
  • Importante sanguinamento della ferita, considerare che una piccola quantità di sangue sulla garza è normale; non sospendere la fisiokinesiterapia, eventualmente comprimere la ferita con una fascia compressiva durante gli esercizi e avvertire comunque il fisioterapista dello studio.

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